La Befana vien di Notte… : la storia, curiosità e il nostro consiglio per la calza
…con le Scarpe tutte Rotte, col vestito alla Romana, Viva Viva la BEFANA!
Chiunque in Italia ricorda questa breve filastrocca appresa già all’asilo nell’attesa di quell’incredibile vecchietta, buona anche se brutta, vecchia col suo scopone di saggina, capace di volare come una strega, forse moglie o parente di Babbo Natale e che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio portava doni: carbone e aglio ai birboni, frutta secca, dolcetti o qualche povero giocattolo ai buoni, ma comunque arrivando ai bambini di tutto il mondo. Non nei classici pacchetti di carta però ma: in lunghe calze e calzini !!!
La tradizione della Befana è davvero affascinante e curiosa. Da Befania,corruzione lessicale di Epifania, la Befana è una figura folcloristica legata alle festività natalizie, tipica di alcune regioni italiane e diffusasi poi in tutta la penisola italiana, meno conosciuta nel resto del mondo. (da wikipedia)
Nella religione cristiana cattolica è associata alla Festa Religiosa dell’Epifania, ovvero l’arrivo dei tre studiosi, matematici e astronomi, i tre Re Magi che da Oriente seguendo la Stella Cometa ben 2018 anni fa arrivarono in quella povera capanna di Betlemme per adorare il bambinello, Gesù.
Ma da dove viene questo nome!?
Il nome “Befana“inteso come il fantoccio femminile esposto la notte dell’Epifania già diffuso nel dialettale popolare del XIV secolo, specialmente in Toscana e nel Lazio settentrionale, quindi utilizzato per la prima volta in italiano da Francesco Berni nel 1535, quindi da Agnolo Firenzuola nel 1541.
A Dovadola nell’Appennino forlivese, si prepara la calza definita “la più lunga del mondo”, perchè l’usanza raccontava che la vecchietta lasciasse doni dentro a calze e calzini appesi davanti al caminetto (gesto noto in inverno alle famiglie povere e contadine di ogni generazione!). In alcune località nel linguaggio popolare è usato il termine “Pefana” come, per esempio, nel paese di Montignoso, nel resto della Provincia di Massa-Carrara, in quella della Spezia nonché in Garfagnana e Versilia…
Esiste una specie di befana Americana (Mamma Natale) che però aiuta solo il marito nella distribuzione dei regali ai bambini la notte di Natale!
Qualche ipotesi, secondo la tradizione romana-medievale …
Si pensa derivi da un insieme di riti propiziatori risalenti al X–VI secolo a.C., in merito ai cicli stagionali legati all’agricoltura, ovvero relativi al raccolto dell’anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo, diffuso nell’Italia settentrionale, nell’Italia Centrale e meridionale, attraverso un antico Mitraismo e altri culti affini come quello celtico legati all’inverno boreale.
Gli antichi Romani ereditarono tali riti, associandoli quindi al calendario romano, e celebrando, appunto, l’interregno temporale tra la fine dell’anno solare, fondamentalmente il solstizio invernale e la ricorrenza del Sol Invictus. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura attraverso Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti (il cui numero avrebbe rappresentato sia i dodici mesi dell’innovativo calendario romano nel suo passaggio da prettamente lunare a lunisolare ) delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti da cui il mito della figura “volante”. Secondo alcuni, tale figura femminile fu dapprima identificata in Diana, la dea lunare non solo legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione, mentre secondo altri fu associata a una divinità minore chiamata Sàtia (dea della sazietà), oppure Abùndia (dea dell’abbondanza).
Un’altra ipotesi collegherebbe la Befana con un’antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine “strenna”) e durante la quale ci si scambiavano regali.Dalla Mitologia Germanica all’epoca Fascista …
La Befana si richiamerebbe anche ad alcune figure importate della stessa mitologia germanica, come ad esempio Holda e Berchta, sempre come una personificazione al femminile della stessa natura invernale.Già a partire dal IV secolo d.C., l’allora Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane,
definendole un frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni, che sfociarono, a partire dal Basso Medioevo, nell’attuale figura ripulita da contaminazioni favolistiche o pagane, anche se il suo aspetto, benevolo e non negativo, è stato ed è tuttora, per influenza della festa di Halloween, erroneamente associato a quello di una strega.
In realtà non è una strega, ma una vecchina affettuosa, rappresentata su una scopa volante, antico simbolo che, da rappresentazione della purificazione delle case (e delle anime), in previsione della rinascita della stagione.Condannata quindi dalla Chiesa, l’antica figura pagana femminile fu accettata gradualmente nel Cattolicesimo, come una sorta di dualismo tra il bene e il male. Già nel periodo del teologo Epifanio di Salamina, la stessa ricorrenza dell’Epifania fu proposta alla data della dodicesima notte dopo il Natale, assorbendo così l’antica simbologia numerica pagana.
Nel 1928, il regime fascista introdusse la festività della Befana fascista, dove venivano distribuiti regali ai bambini delle classi meno abbienti.
Oggigiorno i bambini occidentali, e specialmente italiani, aspettano con ansia questi dolci doni, spesso per errore sostituiti da veri e propri giocattoli costosissimi. La Befana ovvero la Festa dell’Epifania in realtà vogliono ricordarci l’importanza del fai da te, del costruito con amore in casa, con materiali umili e poveri: che sia un pupazzo di stoffa, un giocattolo di legno, un oggettino di dècoupage o hobby sarà speciale e importante quanto dolci e biscotti o caramelle aggiunti nelle bellissime calzette ,spesso rosse o di juta. C’è chi vorrà stupire anche gli anziani, i nostri amici pelosetti con qualche osso o biscottino in più…non dimenticando qualche donazione o assegno ai bambini realmente più sfortunati! Cerchiamo quindi, come ogni anno, di imparare la lezione del donare e dell’accontentarsi… del realizzare con amore!
Ancora più bello sarebbe decorare le nostre calze come ai vecchi tempi con frutta secca o candita, qualche dolcetto tradizionale e regionale introvabile o creazioni fatte in casa con le vostre mani. L’importante è tornare a stupire bambini e adulti con poco, riscoprendo il valore e l’importanza quanto la bellezza delle cose semplici, di una volta…
SHHHH Ora fate i buoni…e Buonanotte che la Befana STA ARRIVANDO !!!