La Castagna : il frutto dell’autunno
Tante volte non riusciamo a scoprire la bellezza e la diversità dei vari mesi e stagioni. Invece dovremmo tornare ad apprezzare ogni periodo dell’anno, proprio come ogni stagione della nostra vita. Ecco che in questo periodo autunnale da ottobre/novembre sulle nostre tavole, nelle vie e piazze delle varie città e nelle fredde serate in famiglia arriva un frutto stagionale tipico amatissimo anche dai bambini: la castagna!
La nostra amica castagna, o marrone quand’è più grande, è utilizzata in molteplici modi in cucina: dalle farine per pasta, pane o dolci, al miele, alla birra e ai modi più semplici e tradizionali come frutto intero può essere intagliata sulla buccia e cotta sul gas, in padelle di ferro apposite e forate ( le classiche caldarroste o bruciate in Toscana ), oppure possono essere tolte del loro culetto e intagliate, portate a ebollizione in acqua e alloro ( le ballotte in Toscana ), cotte sul fuoco del caminetto oppure in forno.
Hanno moltissime proprietà nutritive : alimento sano e molto nutriente. A differenza dei frutti a polpa (mele, pesche, …), la castagna fresca ha un contenuto d’acqua del 50% circa (secca del 10%), un contenuto calorico di 200 kcal ogni 100 g (secca 350Kcal/100 g), un buon contenuto di fibra (7-8%), un eccellente apporto di glucidi zuccherini e amilacei (35% circa), un discreto contenuto di proteine di qualità, una bassa percentuale di grassi (3 g/1 hg), un’alta percentuale di potassio, altri sali minerali come magnesio, calcio, zolfo e fosforo; infine, possiede vitamine idrosolubili (B1, B2, PP, C).
La castagna è il frutto del castagno a differenza della castagna dell’ippocastano che invece è un seme. Le castagne derivano infatti dai fiori femminili (solitamente 2 o 3) racchiusi da una cupola che poi si trasforma in riccio. La castagna è un achenio, ha pericarpo liscio e coriaceo bruno scuro, all’apice è presente la cosiddetta torcia, cioè i resti degli stili, mentre alla base è presente una cicatrice più chiara denominata ilo.La forma dei frutti dipende, oltre che dalla varietà delle castagne, anche dal numero e dalla posizione che essi occupano all’interno del riccio: emisferica per i frutti laterali e schiacciata per quello centrale; i frutti vuoti, abortiti, di forma appiattita sono detti guscioni.Non si conoscono le esatte origini del castagno. Ritrovamenti di reperti fossili attestano che l’albero dovrebbe derivare da un ceppo originatosi nel Terziario, circa 10 milioni di anni fa e che in periodo a clima caldo si era diffuso in Asia, in Europa e nelle Americhe, nell’Italia centrale alcuni studi ci dicono di ritrovamenti sulle Alpi Apuane di 10.000 anni fa. La castagna, come altri semi, ha un’elevata attività metabolica nei giorni che seguono la fuoriuscita del riccio o la cascola dall’albero: i carboidrati presenti in quantità rilevante nella polpa sono utilizzati nella respirazione dei tessuti con produzione di calore, oltre che di CO2 e acqua. (cit. Wikipedia )
Addirittura nel passato è stata usata in rimedi medici (proprietà che oggi non vengono riconosciute dalla medicina tradizionale ) ; era proprio un alimento e importante ingrediente di rimedi terapeutici di ampia diffusione popolare.
Nel Medioevo, per combattere emicrania e gotta, era consigliata acqua di lessatura di foglie e bucce di castagna; a chi soffriva di dolori cardiaci si raccomandavano le castagne crude e a chi soffriva di problemi alla milza si suggerivano le caldarroste. Le castagne lesse, pestate e unite a miele aiutavano i malati di fegato, mentre con l’aggiunta di pane grattugiato, liquirizia e felce dolce erano rimedio per i disturbi di stomaco.
Nei tempi antichi castagne secche macinate, unite a sale e miele, venivano utilizzate contro i morsi di cani o in caso di avvelenamento. Inoltre, per i presunti effetti antipiretici, le castagne rientravano nelle diete dei malati di febbre terzana e in quelle per la prevenzione dalla peste, soprattutto se cotte con prugne.
In passato si attribuivano alle castagne effetti afrodisiaci, mentre la farina era impiegata nel caso di mestrui abbondanti, per i dolori renali in gravidanza, per prevenire i rischi di aborto e, mescolata con aceto e farina d’orzo, per guarire la mastite. In caso di tosse la castagna era usata per la sua azione espettorante ed antispasmodica. Infine questi frutti erano impiegati anche per favorire la crescita dei capelli, combattere la calvizie e curare la tigna.
Insomma per qualunque uso se ne voglia fare oggigiorno, noi siamo totalmente affascinate, innamorate e golose di questo particolarissimo frutto e vi consigliamo, ovviamente, di acquistarlo in fiere apposite, da contadini o ortolani e consumarla nel suo periodo di stagione, ovvero adesso!